“Una donna” di Sibilla Aleramo: il primo romanzo femminista della Letteratura Italiana.
Perché aprire il ciclo degli incontri proprio con Sibilla Aleramo?
Perché è una personalità poliedrica, che ha affrontato molti generi letterari e diverse tipologie di scrittura, mostrando di essere, nell’epoca in cui visse, un’intellettuale di prim’ordine, riconosciuta in Italia e all’estero.
Perché ebbe la passione per il giornalismo che coltivò diventando modello di riferimento per i reportage sul campo, a contatto con realtà complesse e ritenute poco adatte alle donne, come il terremoto di Messina del 1908.
Perché ha fatto parlare di sé per la sua ribellione nei riguardi delle convenzioni sociali e dell’ipocrisia dei “benpensanti”, manifestando una libertà di pensiero e una coerenza nelle scelte di vita che ancora oggi suscitano scandalo e stupore, soprattutto se riscontrate in una donna.
Perché ha avuto il coraggio di essere sempre se stessa a dispetto di tutto, anche delle critiche feroci rivoltele dall’opinione pubblica e più spesso dal mondo della cultura e del potere politico.
Perché ha amato senza paura e senza pregiudizi, cercando sempre compagni con i quali confrontarsi alla pari.
Perché ha vissuto drammaticamente sulla sua pelle il tema femminile per eccellenza, la maternità, scegliendo di rinunciare al figlio per realizzare se stessa e diventare quella che voleva essere: una persona libera, in una società che le impediva il divorzio da un uomo autoritario ed oppressivo.
Perché ha scritto un’opera narrativa, Una donna (1906), di grande valore per lo stile innovativo e per i temi universali che affronta, come la ricerca della libertà personale e politica, il suo desiderio di fare bene o sbagliare senza rendere conto a nessuno, la denuncia della violenza maschile in ambito privato e pubblico, l’affermazione di una nuova identità per il mondo femminile.
Perché Sibilla Aleramo è stata Una donna.
Panelli Paola
Docente